Codice della Strada. Vecchio, malmesso e incerottato.
Chi se ne preoccupa?
Quasi 900 articoli. Il Codice della Strada non ha mai subito una riforma di ampio respiro dal 1992,
anno della sua promulgazione.E intanto ogni anno muoiono per incidenti stradali oltre 6000 persone.
Gentili lettori,
durante l’ultimo mese sono apparse sui giornali diverse ipotesi di un nuovo codice della strada. Poi andandoci a guardare in fino, ti accorgi che è l’ennesima normativa che va a modificare il già tanto bistrattato e stracorretto decreto Legislativo 285 del 1992. Il codice della strada viene manomesso ogni volta che i media evidenziano le brutture di un regolamento ormai logoro e superato e quando i fatti di cronaca portano in risalto con impietosa evidenza l’impossibilità di applicare concretamente le norme per tutelare la sicurezza dei cittadini. L’ Italia è tra i pochissimi paesi che ancora mantengono un codice di 240 articoli ed un regolamento di attuazionedi quasi 600. Dal 1992, anno in cui il nostro codice della strada è stato promulgato, sistema, tecnologie e rapporti internazionali si sono evoluti. Adeguarlo richiede però un iter burocratico infinito, che spesso si infrange con la chiusura della legislatura. Dovendo ricorrere al metodo dei Decreti Legge da convertire in 60 giorni, gli interventi diventano incompleti e rabberciati, ed utili solo a quei politici che decidono di cavalcarele disgrazie altrui, firmando provvedimenti inapplicabili. Pertanto il risultato è che si punta a punire e reprimere anziché prevenire, formare e informare. La nostra rivista da anni si batte per un nuovo codice, snello, di poche decine di articoli che servano soprattutto a definire chi e cosa fare e come farlo. Una sorta di manuale di qualità al servizio della sicurezza stradale che delega gli esperti ed i ministeri appropriati a definire i processi operativi, a realizzare le procedure ed i documenti che servono a qualificare un comparto così importante e delicato. In questo modo si potrebbe intervenire velocemente quando è necessario, evitando perdite di tempo e soprattutto con il contributo di esperti del settore. Basterebbe guardare ad altri stati comunitari per comprendere che un tomo così pesante come il nostro attuale codice della strada è solo un fardello che porta danni e sofferenze. Da diversi anni sentiamo parlare di esperti impegnati a preparare una soluzione risolutiva ed innovativa. Eppure, tutte le volte che capita qualcosa di negativo, invece di accelerare i tempi per l’emanazione di questa nuova normativa, finiamo per imbarcarci in un procedimento arcaico ed inutile con grave danno economico per la comunità. Ogni anno, a causa degli incidenti stradali, perdono la vita circa 6mila persone ed oltre 200mila rimangono invalide permanenti. Un prezzo troppo alto da continuare a pagare.