businesscar, leader nel risparmio in auto aziendali

  EDITORIALE
Corsiario numero 63 numero 63 - anno 2006

Dalla commissione Eropea una condanna che porterà verso la detribilità
dell’IVA per le auto aziendali... seppur con i tempi e le modalità “all’italiana”


Gentili lettori,
è recente la sentenza della Corte europea che condanna lo stato italiano a rifondere totalmente gli importi dell’IVA relativa alle auto aziendali che a questo punto possiamo dire, indebitamente trattenuta da 27 anni dalle casse nazionali. Infatti la Corte accogliendo totalmente il ricorso di un’azienda trentina che era stata multata per essersi dedotta totalmente l’IVA delle auto aziendali, ha sancito che tale imposta deve essere totalmente recuperata dalla propria contabilità.
Se pensiamo che il nuovo governo con la cosiddetta legge Bersani aveva finalmente attribuito le competenze fiscali sui veicoli al ministero dell’Economia (Finanze ed ufficio delle Entrate) e non più a quello dei Trasporti, si poteva ragionevolmente pensare che anche in Italia si andasse nel nostro settore verso l’euroeizzazione. Ai Trasporti i compiti tecnici, alle Entrate quelli fiscali.
Gli ultimi segnali, invece, sono di segno contrario. Il governo si è forse reso conto in ritardo della mannaia che stava per abbattersi sui conti pubblici con la sentenza appena emessa, ed ha cercato di correre ai ripari emanando un Decreto Legge che cerca solamente di prendere illegittimamente tempo.
In questi giorni, tempo di finanziaria, si sta vedendo di riscrivere totalmente il Decreto cercando di adottare il meccanismo del tutto italiano: con una mano ti do, con l’altra ti prendo. Infatti si sta pensando a delle forme compensative sulle imposte dirette, con ulteriori riduzioni della detraibilità sulle stesse oggi consentite, anche in tema di veicoli in fringe benefit. (vedi pag. 25 del Sole 24 Ore del 28 settembre) Già l’uso del forfetario in Italia è visto malignamente, proprio per la sua iniquità fiscale, se si pensa che su un’auto da 30 mila euro il reale risparmio fiscale è di appena 4.500 Euro da spalmare oggi in 4 anni, non ci si può rendere conto di cosa potranno ancora raschiare dal fondo del barile. Quello che personalmente penso è che l’indebitamento del nostro paese grava come un macigno pesante sulle nostre spalle, ed ogni forma di equità fiscale va in diretto conflitto con il bilancio dello Stato.
Senza voler fare discorsi politici, che non sono la mia specialità, cercherò di illustrare le mie idee stando ai fatti.
In tutti gli altri paesi europei, anche meno industrializzati del nostro, tutto ciò che è utilizzato dalle aziende è totalmente o quasi totalmente (80%) recuperabile, sia come IVA sia come imposte dirette.
Pertanto se un’azienda tedesca acquista un computer deduce l’IVA (da loro è al 16% e stava per succedere una rivolta quando due anni fa il precedente cancelliere la voleva innalzare di 2 punti, tanto che fu costretto anche per questo a dimettersi e a perdere le successive elezioni), e detrae l’imponibile dal montante tassabile dalle imposte di fine anno.
Cosa che succede anche in Italia. Così come per il computer ciò, da loro, avviene anche per le auto.
Pertanto se in tutti gli altri paesi europei l’acquisto dell’auto aziendale e la sua deducibilità (IVA) e detraibilità (IRES, IRAP ecc.) è un fatto normale, come mai in Italia chi cerca di poterlo fare, anche alle volte utilizzando tutte le lacune di una norma bizantina, deve essere visto come un truffatore, o viene considerato il classico “furbo” , vedi “Quattroruote” di Agosto. In Italia si vive il paradosso che viene considerato diverso chi cerca di difendere un suo diritto che a livello europeo è ampiamente riconosciuto. I miei contatti con gli enti tedeschi, mi hanno portato più volte a confrontarmi con loro, per esempio sulle nostre procedure arcaiche per l’omologazione dei veicoli in autocarro, e da parte loro ho trovato spesso stupore ed ilarità su queste nostre normative.
Il rischio è che si perda il vero spirito della correttezza professionale sino al punto di perseguire chi, nel rispetto della legge, cerca di operare e creare posti occupazionali nel settore.
Parlo in prima persona, perché dopo aver omologato decine di modelli di autoveicoli in autoveicoli ad uso ufficio, mi sono visto emanare una norma totalmente incostituzionale, che da un anno all’altro ci ha fatto buttare al vento anno di duro lavoro. Non solo per essere sicuri che non mi sarei appellato alla corte europea, mi sono visto indagato e dopo tre anni non so ancora esattamente per che cosa. Nonostante tutto sono convinto che se si crede in qualcosa e lo si fa onestamente e nel totale rispetto della normativa non bisogna temere nulla.
Diceva Patch Adams: “ è forse meglio avermi come medico appassionato e totalmente dedicato al proprio fianco, anche se un po’ particolare, oppure una voce fuori dal coro che comunque lotterà in ciò che crede, ma mai contro il gruppo?, Comunque andrà io ho sempre vinto perché quello che conta sono i risultati per i miei pazienti”.
Io la penso nello stesso modo, e sarò sempre al fianco di coloro che vorranno difendere la legittimità ed i diritti delle proprie scelte, anche uscendo dal coro, ma mai contro il gruppo.
E’ proprio per questo che proponiamo dei servizi che sono in difesa di quelle aziende che voglio giustamente poter acquisire un veicolo ai fini aziendali e poter legalmente non preoccuparsi delle problematiche fiscali, cercando di ottenere un equo sgravio.
Lo facevano prima con il leasing automobilistico, poi con gli autocarri a 2 posti, hanno continuato con gli uso ufficio, per poi tornare agli autocarri. Oggi possono avvalersi di uno strumento rivoluzionario che è 200%, il leasing di sviluppo aziendale, e da settembre, per chi ha necessità di farsi notare in città, con Pubblyshing, prodotto studiato per attività rionali ed oggi anche per i liberi professionisti.
Siamo vicino alla fine d’anno e se volete farvi un bel regalo di Natale chiamateci e vi spieghieremo come funziona 200%.

Giuliano Latuga
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