Torna d’attualità per tutti i Centri di Revisione Veicoli il nostro Progetto Re - vision 2002. Numero speciale di IM.
Per la prima volta IM con una uscita straordinaria, perché straordinari sono i motivi.
Non perdetevi l’opportunità di ampliare le vostre attività per il vostro Centro Prove Veicoli da noi certificato.
Amici lettori,
come ormai da diverso tempo accade, molte leggi importanti vengono promulgate sotto il solleone d’agosto, alle volte passando quasi inosservate. Già scafati di queste precedenti iniziative abbiamo rimandato le nostre ferie per farci trovare pronti.
E le novità non si sono fatte attendere, ed addirittura sono andate ben oltre le nostre previsioni. Infatti troppe sono le notizie, secondo noi, di una tale importanza, da decidere di fare il primo numero straordinario da quando abbiamo iniziato nel lontano 1997 a pubblicare IM..
Il motivo è che siamo arrivati alle soglie del momento ZERO che noi di IM da tanto tempo aspettavamo.
Per questi motivi abbiamo fatto un piccolo, ma significativo sforzo, nella speranza di fare un servizio gradito ai nostri lettori. La velocità con cui si devono valutare certe informazioni alle volte sono fondamentali per il successo di una importante iniziativa come quella che il nostro gruppo da anni sta promuovendo. Mai però ci era capitato di dover sottolineare ben due situazioni che spingono noi, e pensiamo i nostri lettori, che sono prevalentemente degli addetti ai lavori, a dover riflettere e decidere se tuffarsi immediatamente in una direzione anziché restare inerti ed essere travolti dagli eventi.
A cosa mi riferisco?
Come detto a ben due fatti ora noti che ci spingono a sottoporre alla vostra attenzione ciò che sino ad oggi abbiamo solo prospettato e che invece, ora ciò che era proposto con tempistiche a medio termine, diventa prioritario su tutto il resto.
Quali sono i fatti?
Andiamo per ordine e per primo punto ci riferiamo al Decreto Legge 223 già recentemente convertito in legge. Sono tante le norme in esso contenute e diverse ci coinvolgono in prima persona, sia come gruppo che come movimento. Nel titolo III all’articolo 35 comma 11 sono indicate le norme per contrastare gli abusi delle disposizioni fiscali che regolamentano il settore degli autoveicoli. Pertanto in base ad una delibera del direttore dell’Ufficio delle Entrate verranno definiti quali tipologie di veicoli verranno equiparati alle autovetture nel loro inquadramento fiscale.
Si prospetta che diversi tipi di veicoli che sino ad ieri si potevano detrarre fiscalmente trasformandoli in autocarro (e ancora prima in uso ufficio), dall’entrata in vigore della norma non siano più né detraibili e nemmeno deducibili.
Pertanto niente più recupero IVA (solo il 15% dell’aliquota) e niente più recupero fiscale dell’intero imponibile (solo il 50% del valore del veicolo sino ad un massimo di 18.075,99 Euro). Orbene non sta a noi contestare la norma, non sta a noi discutere che in tutto il resto del mondo i veicoli utilizzati ai fini aziendali sono sia deducibili che detraibili, ma dobbiamo prendere atto di quanto la norma impone, e nel rispetto della stessa, verificare se ci sono per il nostro gruppo e per i nostri lettori delle opportunità. Come molti di voi ormai sanno uno dei nostri motti è:
Trasforma un problema in una opportunità. Lo è stato quando già leader degli allestimenti degli uso ufficio, ci fu posta una norma che di fatto ci impediva di continuare a produrre un allestimento più che legale, ma abbiamo preferito rivolgere la nostra attenzione su altre opportunità ancora inutilizzate, ma totalmente fattibili. Siamo così diventati nuovamente leader nazionali con le trasformazioni in truck di tutti quei modelli che nel 2003 le concessionarie dicevano ai loro clienti che non si potevano fare. Abbiamo dimostrato con i fatti che non può una norma fiscale prevaricare una norma tecnica recepita in tutta la comunità.
Fino a ieri, ormai tutte le case automobilistiche avevano uno o più modelli da noi precedentemente allestiti omologati autocarro, a dimostrazione della nostra corretta interpretazione della norma. Ma oltre che capirlo le case lo ha compreso anche qualcun altro. Finalmente siamo riusciti ad ottenere che non sia più il Ministero dei Trasporti a doversi arrampicare sugli specchi per porre dei limiti alle trasformazioni dei veicoli, sia che siano in autocarro, che di altra tipologia di allestimento. La grande novità di questa legge, è che finalmente ogni ente si deve assumere le sue responsabilità. Pertanto da oggi è chiamato a fare la sua parte l’Ufficio delle Entrate e non più la ex Motorizzazione. L’Ufficio delle Entrate dovrà individuare le categorie di veicoli indetraibili, con tutte le conseguenze di impugnazione del caso. Per questo approfondimento e le relative opportunità che queste norme ci hanno aperto, vi rimando all’apposito articolo. Il secondo punto all’ordine del giorno, che è una vera bomba ed è il vero motivo del nostro numero speciale, nasce da una informazione molto riservata che ci ha illuminati.
Ovviamente, volendo, chiunque ora può velocemente verificare la sua veridicità. Se non lo ricordate, lo proverò a fare io, sottoponendovi ciò che i precedenti governi avevano fatto per incassare soldi.
Iniziative chiamate “cartolizzazione” non dovrebbero esservi del tutto ignote. Orbene l’informazione da me ottenuta è che ormai il 75 % degli stabili costruiti per le sedi periferiche degli uffici provinciali della ex Motorizzazione sono stati definitivamente cedute a terzi. Cosa vuol dire questa informazione?
Se la sommate a che l’organico di questi uffici, nei soli ultimi 5 anni si è ridotto del 32%, ma ancor più drastica è stata la riduzione degli ingegneri dall’ 8° livello in su, che hanno avuto una riduzione di oltre il 50%, portandoli alla soglia di non ritorno di meno di 3 unità medie per ufficio provinciale (numero minimo previsto per far fronte ai normali carichi di lavoro istituzionali).
Se sommate che la circolare 147/96 con le modifiche del 2001, già individuava con gli enti ci certificazione riconosciuti, delle istituzioni alternative che già da allora potevano effettuare i controlli tecnici sui centri di revisione privati, potete immaginare in che direzione si possa andare. Ma non è finita.
Già da fine 2003 il Ministero dei Trasporti ha iniziato ad emanare circolari tampone perché i suoi uffici periferici non erano più in grado di assolvere alle richieste di aggiornamenti tecnici, sino ad arrivare a delegare di fatto già enti privati come il nostro. Ancora qualche ulteriore osservazione. Se a ciò associamo che già diverse volte sono state inserite nelle finanziarie delle norme delega per privatizzare diversi servizi di competenza del Ministero dei Trasporti a cominciare dal passaggio ai privati delle revisioni dei veicoli cosiddetti pesanti. Inoltre la legge sull’antitrust obbliga qualsiasi ente con una gestione di monopolio dominante di essere affiancato da altri in grado di aprirne una giusta concorrenza. Infine se consideriamo che già a livello di omologazioni europee gli uffici periferici della motorizzazione (CPA) sono in concorrenza con enti privati stranieri riconosciuti presso i loro Ministeri e che già da tempo si sono attrezzati in tal senso, non bisogna stupirsi se ben presto si arrivi a ciò anche da noi, come il nostro gruppo sta da tempo anticipando su queste pagine. Guarda caso a settembre è prevista la seconda trance sulle liberalizzazioni e il governo si è già sbilanciato anticipando che questa seconda manovra muoverà i suoi passi proprio in questa direzione. Ecco che allora diventa per noi urgente accelerare sul nostro processo di consolidamento della rete nazionale e di organizzare l’ente di certificazione riconosciuto affiliando almeno 300 centri in tutta Italia per assolvere all’esigenza di effettuare quei servizi che presto diventeranno operativi presso opportune strutture a ciò abilitate. Se desiderate saperne di più leggetevi il nostro articolo di approfondimento. E spero di aprirvi nuovi e stupefacenti orizzonti.