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  EDITORIALE
Corsiario numero 59 numero 59 - anno 2006

Le elezioni sono passate e i CRV reclamano:
"Ora dateci la tariffa che ci spetta!"


Amici lettori di IM,

non so se le recenti elezioni vi hanno soddisfatto o meno, ma indipendentemente da questo risultato così sofferto, la categoria dei CRV ora merita la dovuta considerazione da chi deve porre una firma su di un decreto che ci è dovuto ormai da troppo tempo.
Non credo sia giuridicamente corretto che una tariffa nazinale resti bloccata dal 1997 ad oggi. Ben 9 anni! O era esagerata allora o è ridicola adesso. Ovviamente con tutto ciò che ne consegue.
Quando IM già cinque anni fa poneva il problema e portò avanti una campagna per l’adeguamento della tariffa, in pochi ci presero in considerazione. Una importante rivista di settore, invece, dalla nostra iniziativa ci costruì un’indagine presso i centri. Da questa indagine emerse che pochi avevano da lamentarsi di quella tariffa, e che pochi si erano resi conto che soprassedere voleva dire rimandare a tempi che ora possiamo definire biblici. Ora tutti si lamentano e quelli che non lo fanno è perché considerano la revisione un’attività strumentale ad una loro altra attività principale e cercano di fare buon viso a cattivo gioco. In sostanza, pensano che se con le revisioni ci rimetto, poi ci guadagno con la riparazione o con la vendita di un’auto nuova od usata più recente, da un punto di vista imprenditoriale e di economia è inaccettabile. La realtà è che oggi il costo di una linea di revisione non può più essere considerata strumentale ad altre attività, anche e perché i responsabili tecnici devono godere di quell’autonomia che mal si concilia con queste altre possibilità aziendali.

Infine ogni attività deve essere vista dagli organi deliberanti fine a se stessa, e basterebbe fare un semplice conto economico per rendersi conto che l’attuale tariffa è sottostimata rispetto a quella di break event point. C’è addirittura da pensare che probabilmente l’importo annunciato in pompa magna dall’ingegner Fumero, Capo Dipartimento del Diparimento Trasporti Terrestri, al Convegno annuale indetto da Egaf già nel lontano dicembre 2004, di 45,00 € possa essere già considerato obsoleto. Ciò che rammarica è che per tener tranquilla la piazza si fanno gli annunci spot e poi dopo un anno e mezzo siamo ancora al punto di partenza e soprattutto nessuno ci dice nulla e nessuno paga delle sue responsabilità. Una mia indagine in giro per l’Europa ci dice che gli enti privati stranieri applicano tariffe che variano mediamente dai 48 ai 53 € e pertanto la nostra nuova eventuale tariffa sarebbe già sottostimata di un 10 % rispetto al resto della Comunità. Non credo che ci sia rispetto di una categoria da classificare tra le più altamente professionali per lo scopo sociale rilevante che oggi ha. Voglio solo ricordare che nel 2005 sono stati sottoposti a revisione circa quindici milioni di veicoli, presso i centri privati. Questo servizio ogni anno cresce di importanza e gli operatori, mediante il superamento di un corso apposito, stanno dimostrando che questa categoria ha il diritto di esprimere le proprie esigenze e le professionalità acquisite. Mi sembra a questo punto doveroso, visto anche il regime di autorizzazione provinciale delle licenze per esercitare l’attività di revisione, di proporre che la tariffa venga liberalizzata. Accanto a questa liberalizzazione, però, devono essere istituiti dei controlli che se non possono essere eseguiti dai funzionari degli UMC, poiché diventano fondamentali, vengano affidati da enti all’uopo riconosciuti come già previsto dalla circolare 147/96 e successive modifiche. Noi siamo pronti a fare la nostra parte ed attraverso gli ottimi risultati che stiamo ottenendo agli esami dei nostri allievi con diversi candidati abilitati con il massimo dei voti (il 28% degli stessi), possiamo dimostrare di realizzare una rete di professionisti all’avanguardia.

Recentemente anche la Toscana ha avviato l’iter per l’effettuazione dei corsi e degli esami, e la Lombardia è in partenza. Per evitare che la scadenza dei termini, vi colga impreparati, ma soprattutto essere sicuri di partecipare ad un corso veramente qualificante con delle ulteriori propsettive di lavoro, vi invitiamo a iscrivervi quanto prima al nostro prossimo corso. Ciò vi eviterà di incorrere in spiacevoli conseguenze come quelle recentemente accadute in Veneto. Prenotatevi quanto prima ai nostri prossimi corsi, visto che gli stessi sono riconosciuti su tutto il territorio nazionale, utilizzando la modulistica all’interno della rivista.

Giuliano Latuga
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