Certauto e Certuning: prospettive di sviluppo per i centri di revisione
Cari lettori,
sono a parlarvi di due argomenti che mi stanno molto a cuore:
- il convegno di San Patrignano
- la certificazione del tuning (Certuning).
Partiamo dal convegno che si è tenuto il 2 ottobre scorso nella splendida comunità riminese.
È stata la nostra terza esperienza ed ogni volta si rinnova la magia di una manifestazione che unisce l’utile (l’attività convegnistica) al dilettevole (l’attività di partecipazione alla vita della comunità).
Sono molto grato a tutti coloro che hanno partecipato, giungendo da tutte le parti d’Italia. Abbiamo apprezzato la partecipazione di centri provenienti dalla Calabria e dalla Sardegna.
I contenuti del workshop li troverete all’interno e pertanto non sarò certo io a ripeterli, ma mi vorrei soffermare su alcune riflessioni che mi sono sorte durante le oltre otto ore dei lavori.
Chi sono i titolari dei centri di revisione? Che cosa vogliono perseguire con la loro attività? Che aspettative hanno nel prossimo futuro?
È giusto dover già in partenza dare per scontato che l’attività di revisione è accessoria ad un’altra attività (officina o concessionaria), e doverla prevedere in rimessa?
È altrettanto corretto avere una tariffa imposta quando i centri di revisione non sono più in concessione ma provvisti di sola autorizzazione amministrativa?
Ed infine, a chi sta giovando MCTC Net?
Queste domande, per quanto mi riguarda, hanno già avuto risposta, ma mi sembra corretto affidare a questo giornale ed ai suoi lettori lo sviluppo di un dibattito per conoscere l’opinione di tutti. A questo proposito potrete, faxando allo 051 532107 o attraverso il nostro sito www.tecnostrada.it dare la vostra opinione che verrà ripresa sui prossimi numeri. È una sorta di testamento del convegno che si protrarrà per i prossimi mesi sulle pagine di IM.
Certuning, è invece uno degli strumenti presentati insieme a Certauto ai nostri gentili ospiti durante la manifestazione di San Patrignano.
Sono entrambi ottimi strumenti di lavoro che possono di fatto dare un concreto sviluppo per un centro di revisione che volesse completare la gamma dei servizi da proporre utilizzando le proprie attrezzature e strumentazioni.
In particolare, Certuning sta diventando uno servizio rivoluzionario che con la collaborazione e l’interessamento ministeriale di Ascar (l’associazione dei costruttori di allestimenti speciali per autoveicoli) può portare finalmente a regolamentare correttamente un settore che sino ad oggi ha vissuto nella clandestinità. Come tutte le attività che non sono regolamentate, diventa difficile per un imprenditore prevedere degli sviluppi.
Ora, seppure a piccoli passi, stiamo giungendo alla mèta e alettoni, minigonne, sospensioni e cerchi non dovranno, in futuro, più essere un dramma.
Gli appassionai di tuning non sono una categoria fuorilegge, ma sono persone che per la stragrande maggioranza ha un fuoco speciale dentro di sé ed è il desiderio di avere un’auto unica. Non se ne può e non se ne deve avere un’altra uguale.
Sarà anche un vezzo, una forma di narcisismo, ma ai raduni a cui sono intervenuto ho trovato persone (e quindi non solo ragazzi) di tutte le estrazioni sociali motivate e convinte di ciò che stavano facendo.
Noi stiamo credendo in loro e nella loro purezza di leali appassionati, non devono essere confusi con qualche sparuto gruppo di irresponsabili che decide di mettere a repentaglio la propria vita e quella, purtroppo, degli altri.
Da una recente indagine di mercato sono oltre un milione i veicoli che sono stati “tunizzati” e quindi un mercato con delle prospettive di sicuro interesse.
Questo interesse si rivolge sia ai costruttori di prodotti per il tuning, ma anche ai tecnici che debbono poi regolarizzare questi allestimenti.
Questa opportunità il ministero l’ha data a noi e chi con noi vorrà crearsi un percorso diverso dagli altri, potrà dare corso a una nuova professione che già in tanti altri paesi d’Europa e del mondo esiste: il certificatore automotive.