businesscar, leader nel risparmio in auto aziendali
  EDITORIALE
Corsiario numero 40 numero 40 di marzo 2004

Dopo i Trecento, la nuova figura professionale
del Consulente Automotive


Caro certificatore,

il mondo dell’automotive è oggi ad una svolta epocale. Il gruppo businesscar.it ha dato una forte accelerazione verso la strutturazione del settore di certificazione automotive.
Ci si attende ora, però, che le regole del gioco non siano derogate o stravolte e che le istituzioni pubbliche perseguano ed incoraggino la professionalizzazione del settore scoraggiando di conseguenza la logica della lobby, capace di dettare le regole sui tavoli che contano, ovviamente a scapito della sicurezza e della tranquillità di milioni di cittadini.
Se si pensa alle revisioni periodiche dei veicoli, l’eccessivo numero di centri crea una forte concorrenza trasformando gli stessi in mucche da mungere: ogni anno nuove attrezzature e nuovi adempimenti. Anche se solo tre anni fa il centro di revisione ha acquistato un fonometro omologato, oggi è costretto a ricomprarlo perchè non compatibile con il sistema MCTC Net.
Come risolvere l’inconveniente della forte concorrenza e restare sul mercato?
Oggi c’è una scappatoia ed è quella di non puntare più solo ed esclusivamente sul servizio delle revisioni, ma di poter rendere il proprio centro un polilaboratorio di certificazione.
L’abbiamo detto e scritto il mese scorso ed oggi siamo a proporre un’integrazione operativa alla figura del certificatore automotive, con il consulente automotive. In tutta l’Unione Europea è ormai diffuso l’affidamento a strutture private di diversi compiti che in Italia sono ancora affidati allo Stato sebbene esistano già delle leggi che permettono il passaggio ai privati di alcune classiche competenze della motorizzazione.
Si parlerà appunto di questo in occasione del convegno che si terrà a Rimini durante lo My Special Car Show: i relatori, tra i quali saranno presenti esponenti di governo, interverranno sulla questione della legalizzazione di un settore molto attivo quale è il tuning, e cioè la personalizzazione della propria auto. Pur essendoci a livello europeo precise regole per effettuare quelle che a tutti gli effetti sono delle trasformazioni, in Italia si registra un vuoto legislativo mancando le disposizioni applicative.
Tuning non vuol dire consentire la trasformazione dei veicoli in bolidi da formula uno o incentivare le gare del sabato sera, ma garantire la circolazione a coloro che hanno effettuato delle trasformazioni dei propri veicoli nel rispetto delle regole. Tutto questo permetterebbe ad un settore fortemente in crescita di affermarsi definitivamente anche in Italia come all’estero.
Oggi ci sono pertanto gli stimoli giusti e reali, nati appositamente per attivare una vera e propria rivoluzione di un settore troppo spesso in mano a pochi che con il loro monopolio hanno rischiato di affogare un mercato che può e deve crescere. Per fare questo si può e si deve incentivare la privatizzazione del settore automotive a 360 gradi, ma con regole precise e soprattutto, sotto la vigile attenzione di organizzazioni esperte ed in grado di monitorare gli addetti ai lavori con gli stessi strumenti utilizzati dal sistema della certificazione di prodotto, di servizio, di qualità. Questa linea operativa può aiutare a rendere il mercato in linea con le necessità della utenza e di rispondere alle loro aspettative in modo certo e soprattutto sicuro.
È per questo che crediamo indispensabile realizzare una categoria di professionisti nuovi, in grado di entrare nel settore e dare quell’impulso verso la credibilità, che oggi diventa sempre più indispensabile. Queste figure potranno pertanto affiancare le aziende nelle loro scelte per migliorare le loro flotte aziendali ed al tempo stesso curare un settore che chiede regole certe per arrivare al livello di sicurezza e trasparenza che è ormai uno standard negli altri paesi europei.

Per maggiori informazioni:
My Special Car Show - Rimini 2-4 aprile 2004;
Consulente Automotive - Businesscar

Giuliano Latuga
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