businesscar, leader nel risparmio in auto aziendali
  EDITORIALE
Corsiario numero 30 numero 30 di novembre 2002

Targhe alterne, smog, veicoli ecologici.

Cosa è difficile fare e cosa si farà fatica a fare

Sui quotidiani di questi ultimi giorni vi è un continuo rincorrersi di dati, di richiami alle targhe alterne, alle polveri fini, al crescere dello smog nelle città dove il parco circolante nelle ore di punta rende l’aria irrespirabile. Ci riflettevo quattro giorni fa, camminando per strada, il tempo plumbeo, le strade invase da una polvere scura ed i tubi di scappamento delle autovetture inchiodate in fila che lasciavano intravedere il sollevarsi di nuvolette in un clima da “Blade Runner”. Una scena veramente angosciante!
Le riviste scientifiche già da tempo parlano di veicoli ecologici. Proprio un paio di settimane fa ero a colloquio con un organizzatore di manifestazioni fieristiche e si parlava di una fiera sull’argomento che si svolgerà a Miliano nel mese di febbraio 2003. Ci sono diverse tipologie di sistemi ecologici e tutti in un modo od in un altro hanno i loro aspetti positivi (spesso tanti) ed i loro aspetti negativi (spesso pochi). Ma allora perché le grosse case automobilistiche non accelerano i tempi nella ricerca di soluzioni industriali che consentano un vero salto di qualità nella produzione di veicoli con emissioni inquinanti tendenti o pari allo zero? La risposta è da ricercare nella politica delle grandi potenze politiche ed economiche quali le compagnie petrolifere che influenzano qualsiasi decisione, a livello mondiale. Organizzate come cartello, la fanno in barba a tutte le leggi antitrust. Riescono ad aumentare il costo della benzina solo perché il greggio accenna a crescere e ci mettono mesi a calare il costo, anche quando il costo al barile è decisamente a valori modesti. Riescono persino a far sì che la riduzione del costo del carburante venga accollata alla comunità in forma di sgravi fiscali e così via. Infine, alla messa a punto di nuovi sistemi di alimentazione (ad aria, ad acqua) da parte di geni, rispondono con strategie inimmaginabili: offrono cifre da capogiro ed acquistano il brevetto delle invenzioni non per introdurle nel mercato ma per tenerle in un cassetto… Le conversioni industriali, soprattutto nel settore automobilistico, sono costose e richiedono alle case costruttrici impegno ed energia non direttamente remunerativi.

È proprio a loro che mi rivolgo: magari avranno i soldi per trascorrere parte delle loro giornate in ambienti più salubri di quelli in cui siamo costretti a sopravvivere noi metropolitani, ma certamente il danno che stanno provocando, pur di rallentare l’introduzione dei nuovi sistemi di alimentazione ad emissioni inquinanti zero, è ingente e, ormai, senza ritorno.
In parecchie parti d’Italia, come a Ravenna e a Marghera, dove sono diverse le raffinerie, i casi di morte per cancro alla prostata sono aumentati negli ultimi 10 anni del 60% e se non è un dato allarmante questo, ditemi voi cos’è. Non è facendo dell’allarmismo che si risolvono i problemi, forse alle volte si peggiorano, ma è mio modesto scopo conferire consapevolezza del rischio che tutti noi stiamo correndo, causa quei pochi a cui interessa solo il denaro ed il potere. Ora le strade da percorrere per uscire da questa situazione veramente preoccupante sono diverse e tutte decisamente interessanti: l’energia solare, l’idrogeno, il nucleare a freddo, sono solo alcuni dei sistemi con scarso rischio per la collettività, ma con grande risparmio energetico e soprattutto basse emissioni inquinanti.

Ormai dipende solo dalle nostre coscienze di cittadini chiedere un intervento vero ed efficace.
Se siete d’accordo con noi, potete mandarci una mail o un fax ai nostri indirizzi, dandoci il vostro supporto ed esprimendo le vostre opinioni e, magari, le vostre esperienze. Daremo spazio a tutti e cercheremo di far sì che questa protesta civile, fuori dagli schemi politici e partitici, possa dare i frutti che ogni cittadino di buoni propositi, si aspetta.

Giuliano Latuga
Top