La semplificazione amministrativa: questa sconosciuta!
Cari lettori,
da tempo l’ufficio tecnico del nostro gruppo, osservatorio pratico sul campo, riceve la richiesta di progetti e relazioni tecniche per effettuare l’aggiornamento delle carte di circolazione per particolari situazioni come ad esempio l’oscuramento dei vetri laterali o posteriori di autovetture o la registrazione della larghezza di autocaravan muniti di tendalino laterale.
Queste richieste ci pervengono perché sempre più insistentemente gli organi di controllo della strada impartiscono sanzioni in base all’articolo 78 del Codice della strada che disciplina le “modifiche delle caratteristiche costruttive dei veicoli in circolazione e aggiornamento della carta di circolazione”. Tali sanzioni risultano poco chiare e contestabili perché non tutti i casi definiti di infrazione sono contemplati espressamente dall’articolo 78.
Per cui le assicurazioni mostrano sempre più perplessità nel garantire quei veicoli che pur se provvisti di equipaggiamento o modificati, non abbiano riportato, a seguito di visita e prova, le stesse variazioni sulla carta di circolazione.
In un incontro intrattenuto a fine 2001, il Direttore del settore tecnico del Dipartimento dei Trasporti Terrestri, ing. Ciro Esposito, mi esprimeva l’indirizzo ormai consolidato a livello europeo nel semplificare al massimo i documenti dei veicoli riportando su di essi i dati strettamente identificativi del veicolo e del proprietario. Sono di più semplice lettura: per esempio non sono più riportate le dimensioni, la tara e la portata del veicolo; sui documenti dei veicoli muniti di doppia alimentazione, a seguito di eventuale duplicato, è sparita tutta la parte riguardante i dati dell’impianto. Di recente ho esaminato una carta di un veicolo industriale di un paese europeo constatando che sono stati omessi anche i riferimenti per le licenze di trasporto merci.
La domanda sorge spontanea: il futuro è l’eliminazione di certi documenti e dati oppure ne saranno richiesti degli integrativi?
Il nocciolo della questione è che l’ Europa è multilingue, passiamo dal tedesco, al greco, allo spagnolo, al francese, all’italiano, per non parlare del fiammingo e tutto ciò richiede una codifica dei dati. Attraverso quest’ultima, ogni stato è in grado di associare il dato codificato alla propria lingua e pertanto tutti i dati che vengono riportati su di una carta di circolazione devono essere espressi in numeri e/o sigle oppure in marchi aziendali.
Dovrà quindi essere eliminata ogni parola di uso nazionale e certe annotazioni che spiegano la presenza della veranda piuttosto che dei vetri oscurati dovranno prima o poi sparire.
Anche eventuali classificazioni, come per i veicoli ad uso speciale, dovranno essere codificate in modo univoco per evitare che ogni Stato riporti la parola identificativa del tipo di uso del veicolo con quella della propria lingua.
Già leggendo la parte posteriore della carta di circolazione c’è la legenda che ci spiega relativamente al contenuto del codice che appare sul frontespizio a che cosa corrisponde il dato espresso. Tutto questo però è estremamente contrario alla mentalità latina che prevede la spiegazione di ogni cosa. Purtroppo dovremo abituarci in fretta a questi nuovi indici di lettura.
Questo è lo scotto che dobbiamo pagare per entrare a pieno titolo in Europa.