La celebre frase di Galileo Galilei ben pare inquadrare l’attuale situazione
che presenta numerosi cambiamenti istituzionali in atto.
Gentili lettori,
sembra che tutto resti immobile perché nella vita quotidiana poco, anzi nulla cambia in modo percettibile. In realtà, la volontà di pochissimi visionari ha dato l’abbrivio a che tutto ciò che era immutabile da tanto tempo potesse cominciare a muoversi verso un cambiamento significativo nel mondo delle istituzioni automotive. I segnali sono ora evidenti e tutti cominciamo a percepire questo cambiamento. Andiamo per gradi. E’ a tutti noto che gli ultimi provvedimenti adottati dal Governo portano alla fusione tra ACI PRA e Motorizzazione al fine di rispettare la norma che prevede l’unificazione dei due archivi: le carte di circolazione memorizzate al CED della Motorizzazione ed i CDP presso il PRA. E’ acclarato che verrà certamente mantenuto attivo il CED della Motorizzazione e pertanto l’archivio del PRA diventerà inutilizzabile. Di conseguenza uno dei due enti diventerà inutile. Sempre per logica si potrebbe ipotizzare che l’ente in esubero sia il PRA. Su questo concetto è necessario fare delle riflessioni e delle considerazioni.
Partiamo dalla spending review di Cottarelli, dalle cui indicazioni si apprende che nelle amministrazioni pubbliche statali esistono 85mila possibili esuberi. Il numero di dipendenti della Motorizzazione censiti è di circa 3.000 unità. Il numero dei dipendenti dell’ACI PRA censiti è di circa 3.100 unità. Nel caso, come recentemente prospettato da diverse fonti attendibili, si dovesse giungere ad una fusione tra i due enti, l’ente privato, in questo caso l’ACI PRA, potrebbe per legge accorpare i 3mila dipendenti statali; al contrario, la Motorizzazione non sarebbe in grado di assumere oltre 3mila dipendenti privati, i quali diventerebbero a tutti gli effetti dei dipendenti statali, andando ad influire pesantemente sul bilancio dello Stato. Viceversa, in un colpo solo non meno di 2.500 dipendenti statali cambierebbero status, ciò che comporterebbe una robusta riduzione dei costi della pubblica amministrazione statale. Questo permetterebbe al demanio di alienare non meno di un centinaio di immobili (le attuali sedi degli UMC provinciali), con gli innegabili vantaggi legati alla cartolarizzazione. In fondo, per il cittadino, il fatto di rivolgersi ad ACI-Motorizzazione anziché a Motorizzazione-ACI è una differenza risibile. Va da sé, comunque, che si renderà necessaria la privatizzazione di una serie di servizi attualmente monopolio dell’ente statale. Assistiamo recentemente alla diffusione di informazioni scandalistiche sull’operato di alcuni funzionari corrotti, quali ad esempio la recente notizia sull’incriminazione di due funzionari della Motorizzazione di Napoli per la revisione falsa relativa all’”autobus della morte” dell’Irpinia. Fatti noti peraltro da tempo che, accostati ad altre mascalzonate, contribuiscono a creare ad arte un clima di diffidenza verso gli organi pubblici i quali, invece, operano in massima parte in piena coscienza. Durante il” My Special Car “ in programma a Rimini avrà luogo un convegno che proporrà alcune soluzioni già prospettate nel corso dell’edizione del 2010, da un evento organizzato dal nostro giornale e da cui sono scaturite numerose norme. Un ritardo di soli quattordici anni da quando si è partiti! Se qualche nostro attento lettore tornasse a leggere le notizie ed i nostri articoli dall’inizio del 2000 fino al 2005 troverebbe che tutte queste proposte erano state già messe sul tappeto e che un disegno di legge a firma del relatore, onorevole Desiderati, era già stato presentato alla Camera due anni fa. L’associazione “Vai Sicuro”, che rappresenta dal 2003 la categoria dei responsabili tecnici e certificatori automotive, stimata ad oggi in circa 15mila operatori, garantisce la possibilità di affidare a tecnici abilitati e professionalmente preparati la gestione della privatizzazione di queste mansioni senza che lo Stato debba investire un solo euro in questa operazione; è in grado di proporre soluzioni efficaci contro le iniziative illegali che tale sistema potrebbe generare; fornisce proposte per favorire il cittadino che ha il diritto di poter scegliere dove spendere il proprio denaro ai fini della propria sicurezza. Con questo numero di IM comincia un’analisi di argomenti che verranno sicuramente approfonditi fin dalla prossima uscita, partendo da fonti storiche della nostra rivista.
A voi lasciamo le riflessioni e/ o i commenti che, ci auguriamo, vorrete renderci noti.