Gentili lettori,
proprio in questi giorni, guardando una serie televisiva, mi sono imbattuto in un episodio che mi ha fatto pensare sulle affermazioni che il Direttore Generale della Motorizzazione, l’architetto Maurizio Vitelli, aveva portato ad un recente convegno organizzato dal CNA sulle motivazioni che hanno indotto il dirigente a insistere sull’applicazione del progetto MCTC Net 2.
L’episodio raccontava dell’uso di particolari apparecchi denominati droidi per garantire la sicurezza nazionale americana. Velivoli senza pilota e passeggeri comandati da terra ed in grado di focalizzare determinate situazioni e intervenire, anche con l’uso delle armi in dotazione, nel caso il pilota da terra ritenesse che tale intervento fosse indispensabile. L’aspetto che mi ha indotto ad accostare questo episodio alle parole pronunciate al convegno è stato che il progetto americano prevede la totale automatizzazione di questi droidi, in grado di selezionare direttamente gli eventi pericolosi ed attivarsi per intervenire anche in modo violento. L’episodio evidenziava che tale evoluzione avrebbe tagliato fuori l’interpretazione dei fatti da parte di un essere umano (pilota), con il rischio di commettere errori fatali, come invece si era potuto evitare con l’utilizzo di quello che è stato chiamato il fattore umano. Ora voi vi domanderete che centra tutto questo con le affermazioni dell’architetto Vitelli?
Nel suo intervento, riferendosi ad una frase che gli era rimasta impressa all’inizio della sua carriera da parte di un suo vecchio dirigente, che recitava più o meno così: “Vede tutto il nostro operato dipende da questa!” mostrando una penna. L’interpretazione è che con l’uso della penna si delega all’arbitrio umano qualsiasi esito di qualsiasi richiesta venga inoltrata alla Pubblica Amministrazione. Il primo dirigente della Motorizzazione ha sostenuto che quella frase lo fece trasalire e che nel caso avesse avuto la possibilità di decidere in futuro sul merito, avrebbe stravolto tale possibilità, affi dando totalmente all’uso delle macchine la possibilità di decretare tale esito come è stato predisposto con il Protocollo MCTC Net 2.
Il mio compito in questo caso, non è certo di giudicare tali affermazioni, ma di riportare i fatti e di seguito alcune considerazioni di merito per consentire a voi lettori di fare le vostre riflessioni. Proprio a questo proposito, mi trovavo nei giorni scorsi presso le piste di collaudo e revisione di un Ufficio Provinciale della Motorizzazione e ciò che mi ha colpito immediatamente è stato che tutte le attrezzature necessarie per condurre strumentalmente una revisione, tranne i frenometri, fossero inutilizzate sotto un dito di polvere. I funzionari addetti a tali operazioni lavoravano sui piazzali e per esempio per effettuare una revisione di una moto, la stessa veniva fatta lanciare ad una certa velocità e poi il conducente doveva frenare. Dopo alcuni controlli visivi come la verifica del numero di telaio ed il funzionamento dei dispositivi visivi il tecnico emetteva l’esito. Spesso ho sentito obiettare su questi comportamenti volti ad una valutazione totalmente personale e sempre ho sentito queste risposte: “Siamo noi che siamo abilitati a fare queste operazioni”. La domanda che mi e vi pongo è la seguente: “Secondo la dirigenza ministeriale ci sono allora professionisti di serie A e altri di serie B? I corsi abilitanti tra quelli della Motorizzazione e quelli per i Responsabili Tecnici sono diversi?”
Molti addetti si domandano se non era il caso di effettuare tutti i test di MCTC Net 2 prima sulle linee pubbliche e poi estenderle a quelle private?
Altra considerazione: “E’ accertato che i software che gestiscono il sistema sono ancora fallaci per diversi punti rispetto alle indicazioni contenute nelle normative applicative con il rischio di sospendere un veicolo dalla circolazione quando può di regola continuare a circolare”. Chi pagherà quel danno?
Ed ancora: “Come mai una recente norma ha affidato alla discrezionalità del Responsabile Tecnico se effettuare le prove di rumorosità di un veicolo o meno?”
Giova ricordare che le prove di rumorosità sono una verifica che porta direttamente alla sospensione dalla circolazione del mezzo in caso di esito negativo e che l’unità di misura utilizzata è molto meno intuitiva che altre di tipo lineare come il metro o il chilogrammo. Queste poche, ma credo signifi cative osservazioni, dovrebbero far rifl ettere tutti gli addetti ai lavori, come dovrebbero far riflettere le ultime novità che hanno per qualche settimana fatto allarmare tutti i titolari dei centri di revisione sulla possibilità di dividere le officine dalle linee di revisione.
Vorremmo continuare a pensare che il vento giri dalla parte che deve tirare e che non lo si incanali nella direzione di chi ne ha un forte interesse che assuma dove andare perchè a lungo andare potrebbe diventare molto pericoloso. Invitando i nostri lettori a dedicare a queste osservazioni qualche minuto delle loro prossime giornate di ferie. Auguriamo a tutti coloro che se lo potranno permettere ed anche a quelli che no, un meritato riposo e relax. Ci rileggeremo a settembre...