“Il 2011 ha spremuto l’auto”.
E non è che il 2012 sia iniziato in modo diverso. Spremi spremi, il limone rimane senza succo.
Gentili lettori,
se c’è una cosa che mi viene in mente per descrivere il 2011 appena trascorso per l’automobilista italiano, è proprio il limone rimasto asciutto dopo una decisa spremuta.
Una “mano gigantesca” ha iniziato a "spremere” con le prime accise sui carburanti, per fi nanziare il fondo per lo spettacolo e per tantissime altre disparate fi nalità. A queste aggiungiamo l’aumento dell’Iva (tassa sulla tassa), l’imposta provinciale di trascrizione al registro automobilistico e il ritorno del famoso superbollo per le auto. Un vero e proprio affondo, che non risparmia nessuno, perchè l’auto bene o male la usiamo tutti, chi per necessità, chi per lavoro e chi per piacere.
Prima il Governo Berlusconi e il suo “super Ministro Tremonti”, ora il Governo Monti con il suo decreto “Salva Italia”, anziché perseguire i grandi evasori che si rifugiano nei paradisi fi scali, tagliare le spese esagerate della politica e delle pubbliche amministrazioni, prelevano il tutto dalle tasche dell’automobilista che paga di più: sull’acquisto, sulla registrazione, sui ricambi e sulla manutenzione, sui passaggi di proprietà, sui pedaggi autostradali e sui carburanti, che da ieri in Italia hanno segnato il record di più cari d’Europa. Di una cosa però non tiene conto chi ci governa, che la diminuzione delle vendite non solo crea disagi per il mondo del lavoro e delle imprese, ma anche per gli introiti stessi dell’erario.
Se fino a questo momento l’auto è stata di grande aiuto per le casse statali, ora si sta uccidendo definitivamente. Speriamo nel 2012, anche se consapevoli di nuovi aumenti già applicati sin dal 1°gennaio come l’aumento delle tariffe autostradali. Noi siamo qui, continueremo a scrivere di auto, di trasporti, di carburanti e ambiente. Noi abbiamo fiducia nell’auto, nonostante tutto crediamo nelle capacità delle case automobilistiche e nelle loro idee e nei progetti sempre più avanzati tecnologicamente.
L’annus horribilis per l’automobilista è stato invece proficuo di nuove e interessanti produzioni nel mondo dei motori, che vi abbiamo proposto nei nostri articoli.
Certamente sono in fase di lancio delle iniziative popolari per difendere una categoria così maledettamente torchiata.
Una categoria che non solo trasversale ma è di massa. Ricordiamo che in Italia sono oltre 36 milioni le auto circolanti e per lo Stato una mucca da continuare a mungere fino a quando non ci sarà qualcuno che in nome di un’intera collettività riuscirà a dire basta e fermare questo stillicidio che sta lentamente portando alla morte un intero comparto.
Il nostro giornale si sta impegnando a raccogliere consensi intorno al progetto “Amici della strada”, attualmente un’associazione di interesse nazionale che potrebbe poi sfociare in un movimento politico come lo sono stati i verdi in passato.